da la REPUBBLICA: Ipotesi lockdown a Natale, il viceministro Sileri rassicura: “Non vedo uno stop sotto le feste”
Pierpaolo Sileri, viceministro della Salute
Il sottosegretario della Salute: “Il sistema ospedaliero regge, i numeri dei contagi non spaventano perché dipendono dai tanti tamponi fatti. Ci saranno chiusure solo in alcuni territori, come accaduto a Latina”
di CORRADO ZUNINO
15 Ottobre, 2020
ROMA – Pierpaolo Sileri, viceministro della Salute e chirurgo, un Cinque stelle esterno, non vede un lockdown a Natale. Spiega: “Con questi numeri, oggi, è prematuro ipotizzarlo. Il primo dato che ogni giorno vado a controllare è quello dei pazienti in terapia intensiva e 539, censiti a ieri, è una cifra sotto controllo”.
Ha evocato la chiusura per Natale e Capodanno un virologo che fin qui ha anticipato gli avvenimenti Covid, e contribuito a salvare il Veneto, Andrea Crisanti.
“Ho letto con attenzione quello che ha detto il professor Crisanti e la sua era un’ipotesi avanzata di fronte alla salita dei contagi, una salita incontrollata. Oggi non è così. I positivi continueranno a salire, questo è indubbio, ma sarà la gradualità o meno di questa ascesa a motivare gli interventi. Oggi mi sembra più probabile dare continuità a lockdown circoscritti, per aree. A Latina i positivi accertati sono saliti da una settimana all’altra del 155 per cento, e quindi si sono fatte restrizioni forti”.
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Il numero dei contagi deve essere il riferimento per queste azioni locali?
“I contagi e, soprattutto, la pressione che ne deriva sul sistema sanitario regionale. Il lockdown sarà possibile laddove c’è una mediocre organizzazione sanitaria territoriale e i malati di Covid si riversano negli ospedali. Se in una regione il numero dei positivi mette in crisi Pronti soccorso e Rianimazioni, allora bisogna limitare la circolazione delle persone in quel territorio per alleggerire il sistema”.
Il governo e il Comitato tecnico scientifico mostrano tranquillità rispetto ai 7.300 contagi di ieri, in valore assoluto il numero più alto in Italia da inizio pandemia.
“Condivido questa tranquillità. I numeri di ieri sono frutto di un numero di tamponi che al 21 marzo, quando si registrò il primo picco da 6.500 contagi, era pari a un quinto. Più tamponi fai, più positivi rilevi, questo è un dato che hanno compreso tutti. I posti letto negli ospedali ci sono, le Rianimazioni sono cresciute, il Piano Arcuri vuole portarle a 14 ogni 10.000 abitanti pensando a una sanità migliore nel post-Covid”.
Convidide anche la tranquillità generale sulla scuola.
“Laddove c’è un controllo rigido, e a scuola c’è, i contagi sono bassi. Scuola, università, seggi elettorali, qui l’Italia ha funzionato e sta funzionando. Bisogna soltanto velocizzare l’introduzione dei test rapidi. È a casa, però, che non bisogna abbassare la guardia”.